Di alcuni luoghi di Roma si potrebbe parlare e scrivere per ore senza esaurire del tutto l’argomento. Un caso significativo è quello di piazza San Pietro e del suo colonnato. Questo non è solo una decorazione e delimitazione di uno spazio, ma un vero e proprio capolavoro architettonico che merita di essere conosciuto anche indipendentemente, per quel che si può, da tutto il resto. Sì perché quando ammiriamo piazza San Pietro il colonnato è solo una parte di un tutto sensazionale. È uno dei luoghi simbolo di Roma, ma anche della cristianità, essendo qui situata la sede del capo della Chiesa, il Papa.
La storia
Partiamo dalla storia del colonnato di piazza San Pietro. Per farlo dobbiamo tornare al 1614 quando il colonnato non esisteva, ma era stata appena completata la facciata della basilica. Un lavoro secolare (anche dal punto di vista cronologico) che richiedeva un intervento altrettanto significativo. Dovranno trascorrere altri quarant’anni (41 per l’esattezza) e arrivare al 1655 quando venne eletto Papa Alessandro VII (al secolo Fabio Chigi).
Papa Chigi era un appassionato di arte e architettura, tanto che, così si racconta, lo steso giorno della sua elezione, avvenuta il 7 aprile del 1655, mandò a chiamare Gian Lorenzo Bernini. L’obiettivo era chiaro: iniziare a definire il progetto di costruzione del colonnato di San Pietro, così come altre costruzioni. L’interesse del Papa era così elevato che nel giro di undici anni il Bernini riuscì a completare il progetto.
L’architettura
L’effetto avvolgente e imponente che suscita il colonnato di San Pietro è lo stesso che vollero realizzare il Papa e il Bernini. La collaborazione tra i due ha permesso di realizzare tanti capolavori architettonici, di cui il colonnato di piazza San Pietro è un esempio spettacolare di architettura barocca.
Dal punto di vista tecnico parliamo di un’opera che ha richiesto oltre quarantaquattromila metri cubi di travertino. La pietra arrivava dalla vicina Tivoli sia via terra che via fiume. Per il completamento dei lavori, com’è facile intuire, occorsero centinaia di operai che si spesero per la realizzazione di quest’opera monumentale. Tra questi operai ce ne sono stati anche molti volontari, specie coloro che offrivano questo lavoro come espiazione dei propri peccati.
Il lavoro del Bernini non è stato per niente semplice, sia dal punto di vista progettuale che tecnico. L’obiettivo, infatti, era quello di dare splendore al Cristianesimo. Ma questo doveva essere fatto partendo dallo stile della basilica completata pochi anni prima e dalle necessità logistiche del luogo. La piazza e il colonnato stesso dovevano servire ad accogliere i fedeli che si recavano in pellegrinaggio alla tomba dell’apostolo Pietro.
Dalla forma ovale, la piazza è racchiusa dai due colonnati semicircolari (emicicli), i quali partono ciascuno dall’estremità della facciata della basilica. Il diametro più grande raggiunge i 240 metri e i punti focali su cui è costruito il colonnato sono l’obelisco centrale (già presente all’avvio dei lavori) e le due fontane poste simmetricamente tra loro.
In totale il colonnato comprende 284 colonne di ordine dorico, ciascuna alta sedici metri. Le colonne sono disposte su quattro file in modo da creare tre corsie. La corsia centrale è carrabile, mentre le due laterali sono percorribili esclusivamente a piedi.
Per comprendere il genio che ha portato alla realizzazione del colonnato è necessario partire dall’analisi della piazza. Questa è suddivisa in due grandi aree, una trapezoidale e l’altra ovale. La scelta fu motivata dalla volontà di creare un effetto ottico tale da ridurre la distanza tra la basilica e la piazza.
Le curiosità
Il “terzo braccio”
Sono tante e diverse le curiosità legate al colonnato di piazza San Pietro. Ne abbiamo raccolte solamente alcune, quelle più significative per provare a raccontare cos’ha significato questa costruzione, anche a distanza di quattro secoli. Infatti lo stesso Bernini aveva ipotizzato di proseguire i lavori, modificando l’attuale conformazione del colonnato. L’obiettivo era quello di costruire un cosiddetto “terzo braccio”, ovvero un’altra serie di colonne che proseguisse i due emicicli già presenti. Per capire le ragioni di tale progetto bisogna considerare come nel Seicento la zona di piazza San Pietro era differente a quella attuale.
Non esisteva infatti Via della Conciliazione e lì sorgeva un quartiere, il cosiddetto Quartiere della Spina di Borgo. L’accesso alla piazza avveniva tramite vie molto strette (quelle tipiche dei borghi di Roma). Bernini voleva realizzare il “terzo braccio” per permettere ai fedeli, ma anche ai visitatori, di avere un effetto visivo sontuoso, potendo ammirare con lo sguardo l’intero ovale della piazza. Questo effetto è stato perso definitivamente durante il periodo fascista quando, per celebrare la firma del Concordato, venne costruita l’attuale Via della Conciliazione, proprio a celebrare la ritrovata conciliazione tra la Chiesa e il governo italiano, interrotta dai fatti di Porta Pia e la celebre Questione Romana.
La costruzione del “terzo braccio” non fu possibile per la morte di Alessandro VII, grande amico di Bernini e suo profondo estimatore e sostenitore.
L’ispirazione del Bernini
Un’altra curiosità è legata agli obiettivi che ispirarono Gian Lorenzo Bernini nello sviluppo del progetto del colonnato di Piazza San Pietro. È lui stesso a parlarne: “La chiesa di S. Pietro, quasi matrice di tutte le altre doveva haver’ un portico che per l’appunto dimostrasse di ricever à braccia aperte maternamente i Cattolici per confermarli nella credenza, gl’Heretici per riunirli alla Chiesa, e gl’Infedeli per illuminarli alla vera fede”.
Le critiche al progetto
Come spesso accade, i contemporanei di Gian Lorenzo Bernini criticarono duramente le sue scelte architettoniche. Ma la storia gli ha dato pienamente ragione, tanto che il suo lavoro è diventato un punto di riferimento anche per l’architettura moderna. Ed è oggi uno dei luoghi più belli di Roma da visitare.
Le illusioni ottiche
Tra le curiosità di piazza San Pietro e del suo colonnato, di cui abbiamo già anticipato, ci sono le illusioni ottiche. Camminando nella piazza, tra le fontane e l’obelisco, si trovano due dischi sulla pavimentazione, recanti la dicitura centro del colonnato. Posizionandovi sopra di essi, infatti, le file di colonne “scompaiono” tanto che lo sguardo vedrà una sola fila di colonne. L’effetto ottico, ovviamente, non è casuale, ma frutto di un lavoro di progettazione (ma anche di costruzione) millimetrico.
Il confine con l’Italia
Il colonnato, inoltre, segna il confine tra lo Stato della Città del Vaticano e lo Stato italiano.
Le statue del colonnato di San Pietro
Un’ultima curiosità riguarda le statue, collocate in corrispondenza di ogni colonna troviamo quindi 140 statue alte poco più di tre metri che raffigurano, tra gli altri, San Paolo, Santo Stefano, San Benedetto, San Francesco d’Assisi, San Filippo Neri, diversi papi, martiri e anche trentotto donne. Le statue sono realizzate in travertino e sono state lavorate dai collaboratori di Bernini. Le statue sul colonnato sono alte esattamente la metà di quelle poste sulla sommità della facciata della basilica (che raffiguravano Gesù e gli apostoli).
“Questo effetto è stato perso definitivamente …”, ma ne è proprio sicuro?…Ci spieghi perché, per favore
Salve signor Luciano. Direi di sì ed è anche quanto raccontano i testimoni dell’epoca e chi ha vissuto il passaggio. Oggi quel quartiere non c’è più, così come l’effetto che era in grado di regalare.
Potrebbe essere considerato il colonnato del Bernini una importante esedra?
Sì, esattamente. L’esedra è una forma architettonica che può risultare anche da uno spazio vuoto ricurvo come quello di un colonnato com’è appunto quello di Piazza San Pietro.
Occhio: “ridurre la distanza tra la basilica e la pizza”:la pizza è tentatrice.
Effettivamente 😅 Grazie per la segnalazione 😉
Roma. Meravigliosa
L’effetto, già compromesso dalla mancata costruzione del Terzo Braccio, è stato indubbiamente definitivamente perso con la sciagurata devastazione della Spina per far posto a Via della Conciliazione, che col suo effetto cartolina è tutto il contrario di quanto genialmente concepito dal Bernini.
Un trucco per ovviare a questo inconveniente però c’è
Quando porto amiche e amici a visitare la Piazza, evito scrupolosamente di giungere da via della Conciliazione: lasciando la macchina anche distante, faccio fare un giro per Borgo, magari passando e ripassando sotto il Passetto, per arrivare al Colonnato da via dei Corridori: faccio bere un sorso dell’ottima acqua della Fontana delle Tiare, e da lì si attraversa il Colonnato. Un “Oh!!!,,” di stupefazione non manca mai!
Farlo a sera o notte, col buio, è ancora più bello.