Le cose cambiano, mutano nel tempo e si adattano e rispondono a quelle che sono le esigenze della società cui si rivolgono; un caso molto evidente è quello delle feste estive che nel corso dei secoli hanno subito un grande cambiamento. Come nel caso delle feste estive tradizionali romane di cui parleremo quest’oggi, si può facilmente scorgere il passare del tempo, il riflesso di diversi calendari, diverse credenze religiose e diverse necessità sociali.
Se è vero che molto cambia è altrettanto vero che molto resta e alcuni giorni, alcuni riti, alcune festività rimangono; magari cambiate di senso tanto che spesso al di là del nome non hanno nulla (o quasi) delle feste originarie, ma portano comunque il segno di una storia secolare e millenaria come quella della città di Roma.
Le feste estive
Per raccontare delle feste estive tradizionali romani andrebbe innanzitutto circoscritto il periodo di riferimento con una definizione temporale del periodo estivo. Convenzionalmente sono due i criteri di riferimento: da una parte c’è la cosiddetta estate metereologica che va dal 1 giugno al 31 agosto ricalcando quelli che sono i mesi più caldi dell’ano e dall’altra la cosiddetta estate astronomica che va dal 20-22 giugno al 20 agosto. Per comodità e semplicità espositiva facciamo cominciare la nostra narrazione dalla festa della città di Roma del 29 giugno, ovvero quella dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città.
Santi Pietro e Paolo
La festa dei santi Pietro e Paolo è una di quelle che è rimasta nel bagaglio culturale romano ma che ha subito un notevole cambiamento. Oggi rimangono le solennità liturgiche cattoliche e qualche evento commemorativo, mentre fino a qualche secolo fa era molto più sentita tanto che i nomi dei due santi erano finiti anche nelle canzonette e nelle filastrocche dei giochi dei bambini e i giorni del 29 e 30 giugno si era soliti mangiare presso le osterie della città pagando solamente il cosiddetto scomiddo all’oste e portandosi da casa le cose da mangiare.
La festa de noantri
Un’altra delle festività tradizionali dell’estate romana, in vigore anche in questi anni, è la celebre Festa de noantri. Anche in questo caso ci troviamo legati ad una festività cattolica, quella della Madonna del Carmelo, la cui festa ha assunto diversi nomi nel corso dei secoli fino a divenire, appunto, la festa di noi altri (de noartri in romano). La leggenda racconta che la statua della Madonna, di assoluta bellezza fu ritrovata nel Tevere da alcuni pescatori che vollero quindi celebrare l’evento portandola in processione dal sabato successivo a quello della festa della Madonna del Carmelo. All’epoca la processione era organizzata dai vasai e vascelari di Roma, oggi è di competenza dell’arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di Santa Maria del Carmine. L’aspetto enogastronomico è rimasto intatto e così come all’epoca il vino scorreva dai boccali dei vascelari, ancora oggi si festeggia nelle osterie della zona.
Le divinità romane
Il calendario antico prevedeva anche una serie di feste estive, oggi decadute, legate alle divinità romane. Si ricorda la festa di Poplifugia il 5 luglio in onore di Giove, quella di Ludi Apollinares dal 6 al 13 luglio in onore di Apollo, la Caprotinia il 9 luglio in onore di Giunone e la Neptunalia il 23 luglio per celebrare Nettuno. Molto più ricco il mese di agosto dove si celebravano, tra le altre festività, quella delle Nemoralia, il 13 agosto, in onore di Diana con le tradizionali festività delle torce; la Vinalia rustica il 19 agosto in onore di Venere e il 24 agosto con l’apertura straordinaria del mundus Cereris, ovvero di un pozzo preso il santuario di Cerere che una volta aperto rappresentava la comunicazione tra il mondo dei vivi e quello dei defunti.
Le sagre
Non sono poi da dimenticare tutte le sagre che da sempre si festeggiano a Roma e provincia. Il termine sagra, dal latino sacrum, rappresentava il momento di festa, quello conviviale e “mangereccio” di ogni festività. Molte di queste tradizioni, soprattutto quelle legate ai prodotti agricoli del territorio, sono rimaste anche ai nostri giorni tanto che annualmente si festeggia la Sagra delle Fragole a Nemi e quella dell’uva a Marino.